La famiglia Salvo sottolinea e rivendica ormai da tre generazioni il proprio status di "anzianità" di venditori di pizza. In periodi come questo dove sempre più vengono aperte pizzerie improvvisate prive di qualsiasi garanzia di qualità, "i Salvo" rappresentano una certezza nel panorama gastronomico della fascia vesuviana della provincia partenopea.
La prima generazione della famiglia Salvo vendeva la pizza ad otto giorni, per ottenere una maggior fidelizzazione della clientela cosa ancor oggi insegnata nei migliori manuali di marketing. Cosa era a Napoli e dintorni la pizza ad otto giorni se non proprio la fidelizzazione della clientela che perennemente in stato debitorio nei confronti del pizzaiolo poteva saldare il conto relativo alla pizza mangiata otto giorni addietro.
"Pizzeria Salvo da tre generazioni" è ubicata ai confini tra due importanti paesi della fascia vesuviana, San Giorgio a Cremano e Portici. Una bella terrazza e una graziosa sala interna fanno da scenario alla friggitoria dove si avverte l'attenzione alla materia prima e la bravura del friggitore e dove si possono aprire le danze con un arancino di riso dalla canonica forma conica, una frittatina di maccheroni (bucatino spezzato avvolto da provola di bufala e prosciutto cotto), un panzarotto che denominato anche supplì, passando poi al calzone fritto con farcia di provola di bufala, ricotta di bufala e cicoli di maiale.
Si arriva poi alla margherita, quella canonica, quella che pretende il fioridilatte vero. Poche foglie di basilico e pomodoro e un impasto da manuale. La qualità dell'impasto è apprezzabile e i tempi di lievitazione sono quelli giusti: lunghi e lenti. La passione e la voglia di miglioramento continui hanno spinto la famiglia Salvo verso una crescita che passa dall'ulteriore adeguamento delle materie lavorate e da una più oculata ancorché coraggiosa scelta degli ingredienti.