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Arriva SpritzOne, lo spritz alla spina Pronti brevetto e marchio

Dopo Spritzer, la latti­na di acqua e vino bianco, e Spritzettino, la bottiglia che si compra nei centri commercia­li, arriva la rivoluzione, firmata da Mon­telvini e Moletto: lo spritz sarà venduto in fusto. Spillato già miscelato per velocizzare la preparazione. Puristi in rivolta: rito rovinato

 
10 luglio 2009 | 10:57

Arriva SpritzOne, lo spritz alla spina Pronti brevetto e marchio

Dopo Spritzer, la latti­na di acqua e vino bianco, e Spritzettino, la bottiglia che si compra nei centri commercia­li, arriva la rivoluzione, firmata da Mon­telvini e Moletto: lo spritz sarà venduto in fusto. Spillato già miscelato per velocizzare la preparazione. Puristi in rivolta: rito rovinato

10 luglio 2009 | 10:57
 

Riportiamo da Corrieredelveneto.corriere.it

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 TREVISO – In tedesco, il verbo "spritzen" signi­fica "spruzzare". Leggenda vuole che lo spritz sia nato proprio durante la dominazione asburgica, da questa comunanza di suoni. Originariamente, era un "bianco macchiato". Da qualche anno, i pro­fessionisti del marketing vogliono far passare la re­gola del "6 centilitri di prosecco, quattro di Ape­rol o Campari, seltz o soda, ghiaccio e arancia". E adesso arriva pure la rivoluzione, firmata da Mon­telvini e Moletto: lo spritz sarà venduto in fusto. E sarà così servito alla spina. Per far prima, però, si rischia di cancellare il rito che personalizza l'aperi­tivo in ogni bar. «Non si deve tradire la tradizio­ne», sibila Enrico Breda, web master di Spritz.it, la community padovana degli amanti dell'aperitivo.

Per esser sicuri di non patire il furto dell'idea, Montelvini, cantina del prosecco di Venegazzù, nel Trevigiano, e la Moletto, cantina di Motta di Livenza, hanno deciso di registrare il marchio. "SpritzOne", questo il nome della bevanda, rac­chiusa per la prima volta dentro i fusti. La mano­vra di business e la comunicazione è congiunta. La spiegano Alberto Serena, vicepresidente di Montel­vini, e Mauro Stival, amministratore delegato del­la cantina Moletto. «Abbiamo unito la qualità del prodotto e la rete commerciale. I clienti sono entu­siasti. Il nostro spritz alla spina ha sette gradi. Vie­ne spillato già miscelato. Gli esercenti devono so­lo aggiungere ghiaccio e le guarnizioni, così si ri­sparmia tempo».

è accaduto anche questo, dunque. Lo spritz sarà servito dai fusti. Non bastava lo «Spritzer», la latti­na di acqua e vino bianco. Non era sufficiente la bottiglia che si compra oggi nei centri commercia­li, lo "Spritzettino". Quando un marchio tira, il marketing è in agguato. La lattina di prosecco di Paris Hilton è un caso emblematico. E lo spritz, da alcuni anni a questa parte, ha decisamente supera­to i confini regionali. Basti citare il "Cin Cin Sprit­zeria", locale di tendenza gestito da un vicentino a Barcellona, in Spagna. Chissà cosa ne penserebbe­ro i soldati austriaci – e questa è un'altra delle leg­gende dello spritz – che in Veneto non riuscivano a bere il vino, troppo alcolico. E chiedevano di di­luirlo con l'acqua. Poi, a forza di brindisi, lo "spri­tz", "spriss" o "sprissetto" che dir si voglia è di­ventato un rito. Un appuntamento ineluttabile do­po il lavoro, con due patatine e qualche amico. Oli­va, arancia o limone. Ghiaccio. Noccioline, cicchet­ti. L'apoteosi in questo senso è piazza delle Erbe, a Padova, dove centinaia di universitari ogni sera, ma in particolare di mercoledì, si ritrovano per brindare.

 Ma come ogni tradizione che si rispetti, ci sono anche i puristi. Uno di loro è Enrico Breda, 32 an­ni, ingegnere e fondatore, nove anni fa, della com­munity di Spritz.it. On line, si sono registrati quasi cinquantamila utenti. Nel sito della Aperol, che sponsorizza la community padovana, c'è il suo link come sito ufficiale della bevanda. Breda non accetta la rivoluzione del fusto. «La tradizione pre­vede che lo spritz vada fatto al momento», dice. «Ogni baretto ha la sua filosofia. C'è chi usa il cam­pari, chi il gin, chi prosecco frizzante, chi vino bianco fermo. Già non mi piacciono quei locali che preparano i bicchieri già pieni prima dell'arri­vo dei clienti, figurarsi le bottiglie o i fusti di spri­tz». Linea che peraltro è condivisa dalla strategia di marketing dell'Aperol, che nello spot che ha re­so lo spritz fenomeno di culto in mezza Italia mo­stra tutta l'allegria che si sprigiona mentre il bari­sta prepara la magica bevanda. Se fosse stato spilla­to, come avrebbe reagito quella ragazza rossa sul­l'auto?

Mauro Pigozzo
corrieredelveneto.corriere.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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