Expo, quasi tutte sbagliate le previsioni sull’indotto turistico
18 gennaio 2016 | 11:09
I recenti dati della Banca d’Italia sul turismo internazionale, aggiornati a ottobre 2015, confermano la precedente analisi di Isvra (Istituto per lo sviluppo rurale e l’agriturismo): le previsioni sul turismo durante Expo 2015, molte delle quali provenienti da prestigiosi istituti di ricerca economica, erano quasi tutte sbagliate. Era stato previsto, innanzitutto dal commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, l’arrivo di un milione di cinesi: tra maggio e ottobre 2015, di cinesi in Italia (è poi da dimostrare che tutti siano venuti per visitare Expo) ne sono arrivati appena 170mila, l’83% in meno dello stesso periodo dell’anno precedente.
Si era data idea che i 6-7 milioni di visitatori stranieri previsti a Expo si aggiungessero alla normale domanda turistica. Ovviamente così non è stato: gli ospiti del Belpaese, nel periodo maggio-ottobre del 2015, sono aumentati di 2,5 milioni, pari al +5,2% rispetto al 2014. Un risultato migliore degli anni precedenti (sicuramente dovuto anche a Expo, ma una “briciola” a confronto di quanto previsto) peraltro ridimensionato da un ben più contenuto aumento dei pernottamenti (+2,6%).
Si era anche detto che il visitatore di Expo avrebbe poi viaggiato in altre parti d’Italia: in nove Regioni su venti, i pernottamenti turistici degli stranieri dei primi dieci mesi del 2015 sono addirittura diminuiti. L’effetto positivo di Expo si è sentito significativamente solo in alcune province della Lombardia (Milano, Bergamo, Monza e Brianza, Varese) e a Roma. In poco più della metà delle province italiane (57) i pernottamenti hanno registrato una flessione.
«Non si tratta solo di errore nelle previsioni - dichiara Mario Pusceddu, presidente di Isvra - ma anche, e soprattutto, della cattiva gestione della promozione turistica collegata a Expo, come hanno dimostrato mediocrità di contenuti e scarsa visibilità sui motori di ricerca dei siti internet istituzionali Wonderfulexpo2015 (di Regione e Unioncamere Lombardia, Camera di commercio Milano), Verybello (del ministero Beni culturali e turismo), Agriturismoitalia (del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali)».
Il dopo-Expo, conclude Isvra, dovrebbe essere una grande occasione non solo per celebrare il successo dell’evento, ma soprattutto per capire errori e criticità, per restituire al turismo verso l’Italia il primato che merita.
Si era data idea che i 6-7 milioni di visitatori stranieri previsti a Expo si aggiungessero alla normale domanda turistica. Ovviamente così non è stato: gli ospiti del Belpaese, nel periodo maggio-ottobre del 2015, sono aumentati di 2,5 milioni, pari al +5,2% rispetto al 2014. Un risultato migliore degli anni precedenti (sicuramente dovuto anche a Expo, ma una “briciola” a confronto di quanto previsto) peraltro ridimensionato da un ben più contenuto aumento dei pernottamenti (+2,6%).
Si era anche detto che il visitatore di Expo avrebbe poi viaggiato in altre parti d’Italia: in nove Regioni su venti, i pernottamenti turistici degli stranieri dei primi dieci mesi del 2015 sono addirittura diminuiti. L’effetto positivo di Expo si è sentito significativamente solo in alcune province della Lombardia (Milano, Bergamo, Monza e Brianza, Varese) e a Roma. In poco più della metà delle province italiane (57) i pernottamenti hanno registrato una flessione.
«Non si tratta solo di errore nelle previsioni - dichiara Mario Pusceddu, presidente di Isvra - ma anche, e soprattutto, della cattiva gestione della promozione turistica collegata a Expo, come hanno dimostrato mediocrità di contenuti e scarsa visibilità sui motori di ricerca dei siti internet istituzionali Wonderfulexpo2015 (di Regione e Unioncamere Lombardia, Camera di commercio Milano), Verybello (del ministero Beni culturali e turismo), Agriturismoitalia (del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali)».
Il dopo-Expo, conclude Isvra, dovrebbe essere una grande occasione non solo per celebrare il successo dell’evento, ma soprattutto per capire errori e criticità, per restituire al turismo verso l’Italia il primato che merita.
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Alberto Lupini
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