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Ripartire dagli orti scolastici

Luci e ombre emergono da “La società italiana al 2019”, 53ª edizione del Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Italia bipolare, tra dinamismo dei giovani e lo stallo emotivo generale.

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
09 dicembre 2019 | 10:42

Ripartire dagli orti scolastici

Luci e ombre emergono da “La società italiana al 2019”, 53ª edizione del Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Italia bipolare, tra dinamismo dei giovani e lo stallo emotivo generale.

di Gabriele Ancona
vicedirettore
09 dicembre 2019 | 10:42
 

Nell’ambito del 10° International Forum on Food&Nutrition, il 3 dicembre a Milano, le esortazioni di Guido Barilla e di Carlin Petrini, presidenti di Fondazione Barilla e di Slow Food International, sono state incisive. Hanno dichiarato, in sequenza: «Dobbiamo fare cultura, cultura, cultura con una fiducia totale nella scienza. Ben venga Greta, ben vengano dieci Greta: la terra brucia realmente» e «La grande sfida è la crisi climatica. Non essere dalla parte di giovani è un crimine. Sarà la nuova generazione a imporre il cambiamento».

Anche l'agricoltura deve affidarsi all'intraprendenza dei giovani (Ripartire dagli orti scolastici)

Anche l'agricoltura deve affidarsi all'intraprendenza dei giovani

Hanno anticipato alcuni spunti emersi da “La società italiana al 2019”, la 53ª edizione del Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese presentata il 6 dicembre, tre giorni dopo il forum organizzato da Fondazione Barilla. Nell’ambito dell’indagine Censis è emerso in modo netto quello che è stato definito “effetto Greta”. L’etica ambientalista tra gli studenti è infatti cresciuta. Lo sostiene il 73,9% dei dirigenti scolastici su un campione di 1.012 intervistati, mentre il 60,9% ha notato maggiore consapevolezza e coinvolgimento da parte degli allievi. Nell’87,9% delle scuole analizzate si è optato inoltre per un’ottimizzazione dei materiali di consumo e nell’85,3% per la riduzione, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti.

Una tendenza al cambiamento che ha coinvolto anche l’alimentazione. Sono stati elaborati programmi dedicati a sostenerne un utilizzo corretto e consapevole dal 66% delle scuole. Una strategia - si evince dal Rapporto Censis - che ha previsto l’abolizione dei cibi preconfezionati dai distributori automatici. In alcuni casi ne hanno fatto le spese proprio i distributori, soluzione drastica a vantaggio di merende da cucina espressa in cui sono stati utilizzati prodotti locali (23,6%).

Ma c’è chi è andato oltre. Il 68,7% dei dirigenti di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, e il 24,3% di quelli delle secondarie di secondo grado hanno attivato orti scolastici e nel 49,2% delle scuole gli studenti sono stati coinvolti in attività di giardinaggio e manutenzione del verde.

Carlin Petrini (Ripartire dagli orti scolastici)
Carlin Petrini

A fronte di un andamento virtuoso è emersa però dall’indagine un’altra faccia della medaglia, che desta preoccupazione. Il 52,1% dei 60-64 enni si è fermato alla licenza media (a fronte del 31,6% nell’Unione europea). Ma anche tra i 25-39enni il 26,4% non ha conseguito un titolo di studio superiore (contro il 16,3% medio della Ue). Il 14,5% dei 18-24 enni (all’incirca 600mila persone) non possiede né il diploma, né la qualifica e non frequenta percorsi formativi. Nel 2018 ha partecipato ad attività di apprendimento permanente solo l’8,1% della popolazione 25-64enne (appena il 2% di chi possiede al massimo la licenza media). L’insufficiente comprensione della lingua inglese parlata riguarda inoltre il 64,3% degli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado, mentre il 68% degli adulti non possiede sufficienti conoscenze finanziarie di base.

Un’Italia a due velocità, dove se da un lato il futuro viene affrontato da educatori e giovani generazioni con determinazione per impostare nuove regole del gioco, dall’altro emerge una sorta di stallo che prelude a una forma di depressione esistenziale.

Nel corso dell’anno il 74% degli italiani si è sentito molto stressato per questioni familiari, per il lavoro o senza un motivo preciso. Secondo il 69% degli intervistati l’Italia è ormai un Paese in stato d’ansia, percentuale che s’impenna al 76% se si scende nella scala sociale. Tra il 2015 e il 2018 il consumo di ansiolitici e sedativi (dosi giornaliere per mille abitanti) è aumentato del 23% e gli utilizzatori sono ormai 4,4 milioni (800mila persone in più rispetto a tre anni fa). La sfiducia è il comun denominatore di questo malessere, che istintivamente viene contrastato con l’aspirazione a un uomo forte al comando. I dati del Censis parlano del 48% degli intervistati favorevole a demandare il potere a uno solo. Una delega collettiva, un ansiolitico istituzionale.

Gli orti scolastici coltivati dagli studenti e tutto quanto stanno elaborando nell’ottica di un futuro “più salutare” sembrano essere l’alternativa luminosa alla perturbazione emotiva che si sta addensando sul Paese. L’antidoto alla sfiducia affonda le radici nella terra. «Sarà la nuova generazione a imporre il cambiamento». Le parole di Petrini hanno un buon sapore.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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