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Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni

di Marco Di Giovanni
 
20 luglio 2018 | 18:52

Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni

di Marco Di Giovanni
20 luglio 2018 | 18:52
 

È recente la notizia dell'agguerrito Ministro Gian Marco Centinaio, pronto a tutelare i produttori (e i consumatori, naturalmente) di riso italiano contro un prodotto che arriva dall'estero senza garanzie e sicurezze. Si tratta di una delle battaglie che Italia a Tavola ha sostenuto maggiormente negli anni.

È infatti da diverso tempo (si parla di svariati anni) che i risicoltori italiani tentano di far valere il loro punto di vista contro prodotti provenienti dall'estero, spesso spacciati per "uguali", per proprietà e caratteristiche, ad altri coltivati in Italia, o ancor peggio arrivati nel nostro Paese senza aver superato i controlli previsti dalle normative europee e senza alcun dazio.

(Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni)

Il riso italiano
Si parla di diverse varietà, tutte prodotte con impegni da artigiani e industrie che da anni puntano alla qualità prima di tutto. Si parla di un Paese che è primo produttore europeo di riso su un territorio di 237mila ettari coltivato da 4.263 aziende, per una produzione che, secondo i dati disponibili a luglio 2017, contava 1,58 miliardi di chili. A questi numeri vanno aggiunti poi il ruolo ambientale insostituibile e le opportunità occupazionali che ne conseguono.

Varietà che sono sempre più valorizzate grazie alla riforma sul mercato interno del riso, con meno burocrazia e maggiori tutele (clicca qui per l'articolo completo). Varietà di alta qualità, che ancora oggi però non ottiene quel risalto che meriterebbe, quel risalto che già nel lontano 2013 si ricercava attraverso un convegno tenuto dall'allora direttore generale dell'ente nazionale risi Roberto Magnaghi, che ha illustrato di fronte ad esperti e istituti alberghieri l'importanza di questo prodotto per la nostra economia, nonché il valore alimentare di questo prezioso cereale (clicca qui per l'articolo sul convegno).

(Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni)

Ancora in questo convegno una mancanza che perdura tutt'oggi: i risicoltori devono fare squadra, aggregarsi e commercializzare insieme i propri prodotti. Così sul mercato la produzione arriverebbe nel momento migliore con le migliori condizioni di pagamento. (Clicca qui per il gioco di squadra tra risicoltori trattato durante il convegno del 2013).

Purtroppo non è solo la mancanza di gioco di squadra o la mancanza di riflettori puntati a non lasciare grandi spiragli al riso made in Italy.

L'import di riso dal Sud Est asiatico
A rendere ancora più complicata la situazione della risicoltura italiana è l'import di riso proveniente da Paesi asiatici (i cosiddetti Paesi Eba), tra i quali Birmania e Cambogia. Le importazioni di questi prodotti sono agevolate a dazio zero e hanno messo in ginocchio l'intero sistema. Basta pensare agli agricoltori italiani, scesi in piazza (clicca qui per leggere l'articolo) già a luglio 2014. Qualche numero qui riportato è sufficiente a rendere l'idea:
  • Il riso proveniente dalla Cambogia nel primo trimestre del 2014 è aumentato del 360%
  • In quell'anno ha chiuso 1 azienda produttrice di riso su 5
  • Il sistema di allerta rapido europeo ha effettuato una notifica alla settimana circa per riso e prodotti derivati di provenienza asiatica per la presenza di pesticidi non autorizzati

(Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni)

A seguito di questi numeri già a luglio 2014 l'ex ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina si era messo di impegno per introdurre nuove norme di sicurezza (clicca qui per l'articolo di Martina al lavoro).

Nonostante tutto il lavoro fatto, l'import del riso da Birmania e Cambogia ha continuato a crescere, causa soprattutto la mancanza di dazi doganali e, di conseguenza, un prezzo più che competitivo (talmente basso che di competizione effettivamente non ce n'era e non ce n'è) rispetto al riso italiano.

Ecco allora che i prodotturi ad ottobre 2016 hanno chiesto al governo (clicca qui per l'articolo che giustifica la richiesta) un incontro, organizzato dall'Ente nazionale risi, di tutti i produttori di riso Ue a Milano. L'incontro è avvenuto a gennaio 2017 (clicca qui per il video e l'articolo sull'incontro). A Milano si sono presentate Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Bulgaria e Ungheria: l'obiettivo era l'apertura di un tavolo con la Commissione Ue per la revisione delle norme vigenti sull'importazione di riso dagli Stati extra-comunitari. «La difesa che ci attendevamo non c'è stata. Va rivista la claudola di salvaguardia per il riso europeo»: questo il sunto di quanto detto dal presidente e dal direttore generale di Ente nazionale Risi, Paolo Carrà e Roberto Magnaghi.

Paolo Carrà (Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni)
Paolo Carrà

La stessa cosa è stata poi scritta in una lettera dagli allora ministri Maurizio Martina (Politiche agricole) e Carlo Calenda (Sviluppo economico) (clicca qui per l'articolo della lettera).

Nonostante questi tentativi, la Commissione Ue ad aprile 2017 non si era ancora pronunciata e i produttori di riso sono scesi nuovamente in piazza, a Roma, protestando contro l'invasione di prodotto dall'Oriente: si parlava di 1 pacco straniero su 4, e sul fatto che coloro che l'acquistano non lo sospettano nemmeno. Il dossier del 2017 #SosRisoItaliano (clicca qui per i numeri del dossier) parlano di grandi quantità di riso giunte dall'India (34 milioni di chili), Pakistan (25 milioni di chili) e Cambogia (17 milioni di chili).

Si deve attendere fino a febbraio 2018 per una svolta significativa: già annunciato ad aprile 2017 (clicca qui per l'annuncio del decreto di Martina), il decreto sull'origine del grano e del riso è entrato in vigore. Seppur perplessi i produttori di pasta, hanno tirato un primo (ma insufficiente) sospiro di sollievo i produttori di riso, che vedono tutelati maggiormente i loro 1,5 miliardi di chili (clicca qui per l'articolo sul decreto).

Luca Zaia, Maurizio Martina e Gian Marco Centinaio  (Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni)
Luca Zaia, Maurizio Martina e Gian Marco Centinaio

Ovviamente questo non ha rallentato l'import di riso da altri Paesi. Ad oggi ad essere intervenuto cercando di dare una mano alle aziende italiane e di tutelare la salute dei cittadini è intervenuto il Ministro Gian Marco Centinaio (clicca qui per l'ultima mossa in favore del riso made in Italy dell'attuale Ministro).

Karnak vs Carnaroli
I problemi del riso però non provengono solo dal Sud Est asiatico. Bisogna infatti risalire al 2007 per rivolgere lo sguardo lungo le sponde del Nilo: da qui è arrivato in Italia il riso Karnak. Un decreto ministeriale ha permesso alla varietà Karnak di essere etichettata Carnaroli. Il Karnak è una varietà ottenuta per mutazione genetica del Carnaroli: in campo è di più facile coltivazione, con una resa per ettaro più elevata, quindi meno costoso da produrre; però ecco le differenze alla cottura: uno si squaglia mentre l'altro rimane perfettamente al dente. Ad annullarne però la differenza a livello di nome è stato un disegno di legge proposto alla Camera il 5 dicembre 2008, primo firmatario Roberto Rosso del Pdl, un ddl «reso necessario per rispondere alle pressanti esigenze della filiera» (clicca qui per l'annuncio del ddl).

(Riso made in Italy Una battaglia per la tutela lunga anni)
Karnak o Carnaroli?

Il disegno di legge è passato alla camera a Novembre del 2009, perché per Roberto Rosso c'era la necessità di "rilanciare il settore". I più contrariati sono stati agricoltori e artigiani rappresentati dai rispettivi Consorzi di tutela. La legge permetteva un via libera alla possibilità di mischiare varietà diverse, ma omologhe per parametri e caratteristiche (ad esempio il Carnaroli si sarebbe diviso in speciale e grezzo, ingannando il consumatore) (clicca qui per l'articolo).

Di seguito alcuni degli articoli di Italia a Tavola sulla questione successiva a quanto detto:
Riso, nulla di fatto in Senato. (clicca qui)
Legge sul riso, è ancora polemica (clicca qui)
Riso, Luca Zaia scende in campo. Si fa garante con Italia a Tavola (clicca qui)
Filiera riso verso una soluzione? (clicca qui)

Conclusione
Tra risicoltori italiani in difficoltà, quote di mercato insostenibili, invasioni di risi esteri e problemi sulla sicurezza alimentare, casi addirittura di riso Ogm non più sotto il controllo dell'Ue e naturalmente interventi dei nostri Ministri a tutela delle produzioni made in Italy, una cosa è rimasta costante: l'attenzione di Italia a Tavola sul tema.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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