Olio, l'Italia perde 1/3 del raccolto Male la Puglia, balzo in Lombardia
La regione più penalizzata (-51%) è anche quella in cui si produce più olio extravergine, mentre al Nord la produzione crescerà, con una punta del 1727% in Lombardia. Bene anche Veneto, Friuli e alcune regioni del Centro
07 ottobre 2020 | 11:05
Sarà un’annata più povera, in linea con le previsioni di fine estate, ma con una resa di grande qualità, quella dell’olio extravergine d’oliva italiano, la cui stagione di raccolta sta iniziando in questi giorni un po’ in tutta Italia. A soffrire saranno la Puglia, a causa soprattutto della xylella, e le altre regioni del Sud, mentre si prevede una produzione in crescita in alcune zone dell’Italia centrale e soprattutto in Lombardia, dove la produzione passerà, secondo le stime, da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva a 2.248 tonnellate. Una crescita che però non impedirà un calo del raccolto a livello nazionale pari a circa un terzo, rispetto all’anno scorso.
È quanto emerge dall’indagine condotta dagli osservatori di mercato di Cia-Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Aifo-Associazione italiana frantoiani oleari, che fotografa un’Italia dell’olio spaccata in due, con la produzione al Sud in forte calo a differenza della netta ripresa, rispetto allo scorso anno, delle regioni centrali e settentrionali.
La campagna che sta iniziando segnerà un netto -36% (più delle previsioni) con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione.
A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le Regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%) che risente in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante. Non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla Xylella dove si stimano 2000 tonnellate di olio e un calo del 50% rispetto allo scorso anno.
Puglia che, nonostante quest’annata difficile, resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva. Al secondo gradino del podio sale, a sorpresa, la Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che scalza la Calabria (-45%) grazie alle buone temperature di queste settimane. Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%) e Abruzzo (-33%).
Situazione ribaltata nelle regioni centrali e settentrionali, invece, grazie al clima positivo durante il periodo della fioritura e agli attacchi contenuti della mosca. Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia-Romagna (+52%).
«Siamo di fronte ad un’annata a due facce, con i cali nelle regioni meridionali che producono la stragrande maggioranza dell’olio italiano e la ripresa delle regioni centrali e settentrionali che hanno beneficiato di un clima più clemente - ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino - Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi».
L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%) che passa da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte alle 2248 tonnellate stimate per quest’annata. Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino-Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).
«La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata mentre fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto - ha spiegato il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini - Quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati. Occorre inoltre un lavoro istituzionale condiviso per cercare di garantire, su tutto il territorio nazionale, il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori».
«La qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori - ha aggiunto il presidente di Aifo, Piero Gonnelli - Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera».
Produzione di olio in calo in Italia nel 2020
È quanto emerge dall’indagine condotta dagli osservatori di mercato di Cia-Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Aifo-Associazione italiana frantoiani oleari, che fotografa un’Italia dell’olio spaccata in due, con la produzione al Sud in forte calo a differenza della netta ripresa, rispetto allo scorso anno, delle regioni centrali e settentrionali.
La campagna che sta iniziando segnerà un netto -36% (più delle previsioni) con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione.
A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le Regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%) che risente in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante. Non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla Xylella dove si stimano 2000 tonnellate di olio e un calo del 50% rispetto allo scorso anno.
La raccolta dell'olio
Puglia che, nonostante quest’annata difficile, resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva. Al secondo gradino del podio sale, a sorpresa, la Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che scalza la Calabria (-45%) grazie alle buone temperature di queste settimane. Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%) e Abruzzo (-33%).
Situazione ribaltata nelle regioni centrali e settentrionali, invece, grazie al clima positivo durante il periodo della fioritura e agli attacchi contenuti della mosca. Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia-Romagna (+52%).
Dino Scanavino
«Siamo di fronte ad un’annata a due facce, con i cali nelle regioni meridionali che producono la stragrande maggioranza dell’olio italiano e la ripresa delle regioni centrali e settentrionali che hanno beneficiato di un clima più clemente - ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino - Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi».
L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%) che passa da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte alle 2248 tonnellate stimate per quest’annata. Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino-Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).
Fabrizio Pini (foto: Tusciaweb)
«La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata mentre fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto - ha spiegato il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini - Quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati. Occorre inoltre un lavoro istituzionale condiviso per cercare di garantire, su tutto il territorio nazionale, il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori».
«La qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori - ha aggiunto il presidente di Aifo, Piero Gonnelli - Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera».
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Alberto Lupini
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