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Il rilancio dell'economia italiana? Giù le tasse per 20 miliardi di euro

A suggerirlo è uno studio dell’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, che stima necessario un taglio della pressione fiscale di almeno 3-4 punti percentuali nel giro di pochi anni.

 
03 ottobre 2020 | 12:05

Il rilancio dell'economia italiana? Giù le tasse per 20 miliardi di euro

A suggerirlo è uno studio dell’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, che stima necessario un taglio della pressione fiscale di almeno 3-4 punti percentuali nel giro di pochi anni.

03 ottobre 2020 | 12:05
 

Per tornare a crescere, le imprese hanno bisogno di lavorare con una pressione fiscale più leggera, rispetto a quella odierna che, nonostante gli aiuti di Stato per via del coronavirus, continua ad essere asfissiante. A quantificare il calo che servirebbe all’economia italiana per rifiatare dopo la crisi, è la la Cgia, l’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre.

Serve un taglio delle tasse per far ripartire i consumi - Il rilancio dell'economia italiana? Giù le tasse per 20 miliardi di euro

Serve un taglio delle tasse per far ripartire i consumi

«Con la prossima legge di Bilancio è necessario un intervento choc che nel giro di qualche anno riduca di almeno 3-4 punti percentuali la pressione fiscale - dice il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - Chi ritiene che siano sufficienti solo 10 miliardi si sbaglia di grosso: questa cifra è insufficiente. Per il 2021 è necessaria una contrazione di almeno 20 miliardi di euro». La stima resa nota quest’oggi dall’Associazione arriva da uno studio sui dati dell’economia italiana. Un obiettivo che, secondo Paolo Zabeo, «potrà essere raggiunto solo se si riuscirà ad abbassare, di pari importo, la spesa pubblica improduttiva e una parte delle agevolazioni fiscali». Un’operazione affatto facile, che però il Governo dovrebbe impegnarsi a realizzare.

Paolo Zabeo - Il rilancio dell'economia italiana? Giù le tasse per 20 miliardi di euro
Paolo Zabeo

Negli ultimi 10 anni, infatti, prosegue Zabeo, «la spending review non ha prodotto risultati apprezzabili, mentre il numero delle deduzioni e delle detrazioni fiscali è aumentato a dismisura, soprattutto in questo periodo di Covid». In altre parole, se potessimo contare su una pressione fiscale pari a quella media europea, ogni famiglia italiana risparmierebbe 1.506 euro di tasse all’anno, calcola la Cgia di Mestre, comparando la pressione fiscale di tutti i 28 Paesi aderenti da cui risulta che l'Italia registra una pressione superiore di 2,2 punti percentuali rispetto al dato medio dell’Unione. Da qui il risultato: nel 2019 ogni famiglia italiana avrebbe risparmiato 1.506 euro.

Soldi che servirebbero in buona parte per far ripartire i consumi, in deciso calo negli ultimi mesi, soprattutto nei settori della ristorazione e del turismo, che pagano più di altri la sfiducia degli italiani, per i timori legati al contagio dal covid da una parte, e alla perdita di potere d’acquisto dall’altro.

E il calcolo del gap registrato dalle famiglie italiane rispetto alla media Ue è destinato ad aumentare fortemente se la comparazione avvenisse con le tasse di Spagna o Regno Unito: una famiglia italiana risparmierebbe in questo caso quasi 5.000 euro all’anno, esattamente 4.930 euro.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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