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Con la fine delle quote, un latte di qualità per l’Expo

di Alberto Lupini
direttore
 
22 dicembre 2014 | 10:38

Con la fine delle quote, un latte di qualità per l’Expo

di Alberto Lupini
direttore
22 dicembre 2014 | 10:38
 

La politica agricola italiana riparte dalla questione quote latte. O meglio dalla fine di un sistema che per 20 anni ci è costato sanzioni per miliardi di euro da parte dell’Unione europea per l’incapacità dei Governi (di tutti quelli che si sono avvicendati fino ad oggi) di fare pagare le multe previste per gli allevatori truffatori del lombardo-veneto, difesi a oltranza dalla Lega e dai Governatori delle due regioni.

Con marzo finirà l’era delle quote (del tetto cioè per la produzione di latte in ogni Paese), ma non si sa ancora come l’Europa definirà la questione latte per evitare che ci sia un esubero di produzione e un peggioramento della qualità. Per chiudere definitivamente questa brutta esperienza, lo Stato italiano deve però incassare ancora poco meno di un miliardo di multe. Per circa la metà c’è un blocco oggettivo di pendenze giudiziarie, ma per il resto non ci sarebbero più ostacoli alla riscossione, anche a costo di usare pignoramenti o sequestri. E questa, va detto senza mezzi termini, è l’unica strada che deve imboccare il Ministro Martina se vuole assicurare davvero una svolta nel settore.

Scontato che degli oltre 35mila allevatori italiani sono ormai solo poche decine gli irriducibili che non vogliono pagare per le truffe commesse, il Governo non può che procedere con decisione se vuole dimostrare che l’agricoltura può avere un futuro certo con regole garantite. La riscossione dovrebbe essere resa più facile anche dall’attuale equilibrio politico: la Lega è senza equivoci all’opposizione e quindi non ha ricatti da porre, né il nuovo segretario Salvini sembra interessato a difendere ad oltranza i disonesti.

In compenso il ministro delle Politiche agricole ha l’intenzione di valorizzare il comparto zootecnico “premiando” le aziende che garantiranno un miglioramento della qualità del latte ed una sempre più marcata riduzione dell’uso di antibiotici. Sarebbe una svolta davvero importante che a cascata avrebbe effetti di lunga durata sulla salute dei consumatori e sulla valorizzazione del made in Italy, a partire dalle produzioni lattiero casearie che trasformano il 50% del latte prodotto in Italia. Un quarto di tutto il latte diventa ad esempio Grana Padano.

Nel momento in cui il nuovo sistema di etichettatura alimentare cambierà i comportamenti dei consumatori negli acquisti e nei consumi fuori casa, sapere che ci può essere del latte sempre più “sano” sarà un aspetto determinante per rilanciare tutta la filiera agroalimentare. E se riusciremo a rendere tutto ciò evidente prima dell’Expo potrebbe essere un bel successo per tutti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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